venerdì 24 dicembre 2010

Guardo il cielo e...

Luna Coperta Da Un Lenzuolo Di Nuvole


Non ti sai nascondere davvero...


domenica 12 dicembre 2010

The Unbearable Emptiness Of Being

Emptiness & Roots



È un po' che non passavo di qui. Oh cacchio, ora che ci guardo è passato esattamente un mese. E anche la penultima volta era passato esattamente un mese... I casi della vita.



Anyway, qui tutto tace. Io sono sempre avvolta nel vortice dei miei tormenti, e non riesco a trovar pace, se non qualche breve momento di illusoria serenità.

Ogni attimo è una messa in discussione di quello prima, ogni secondo è la paura che quell'equilibrio sospeso su un sottilissimo filo invisibile cada e si sfracelli al suolo per l'ennesima volta. Un equilibrio che rischia ogni momento di perdere l'equilibrio. Cosa c'è di certo in tutto questo?



Io non ho una storia difficile da raccontarvi. Eppure è una storia che pesa, è un vuoto che pesa. Ogni persona che conosco ha il suo piccolo o grande dramma personale, quasi sempre anche più di uno. Ognuna di loro ha trovato il suo modo di reagire, di vivere la sua vita affrontandola, accarezzandola, amandola, odiandola. Ma io no. Io ho tutto ciò che una persona può desiderare, e non ho nulla. Sono la persona più libera del mondo, e sono legata. Mi vengono riconosciute grandi qualità, una spiccata intelligenza, una profondità fuori dal comune, eppure io mi sento vuota, stupida e superficiale.



Ho creduto nel sapere, ma poi mi è sembrato inutile. Ho creduto nei sogni, ma poi li ho messi nel cassetto. Ho creduto nell'amore, e lui mi ha preso a schiaffi, calci, pugni, bastonate. Ho creduto in poche cose, ma ci ho creduto tanto, forse troppo. Forse talmente tanto da non essere abbastanza, da far sì che quel credo arrivasse al punto di annullarsi, bruciarsi, diventare etereo, invisibile, impalpabile... Insomma, un tormento eterno ed inafferrabile sotto tutti i punti di vista.



Non ho mai creduto nelle cose materiali. Forse perché non ho mai creduto fossero davvero alla mia portata. Gli ideali sono di tutti, o meglio, potrebbero. Sappiamo bene che non è così. Ma il condizionale basta. Le cose materiali, il lavoro, la casa, persino i compagni di vita, sono tutte cose che vanno conquistate. Sono tutte cose che non sono tue e basta, ma richiedono altro, richiedono un'interazione con altre cose o persone, richiedono una fiducia in primis in sé stessi e in secondis negli altri, richiedono forza di volontà, determinazione, sforzi, delusioni, soddisfazioni, cadute, rialzate, errori e cose da imparare.



Per qualche ragione, molto tempo fa, mi sono convinta che tutto questo non mi potesse mai appartenere e che il mio unico destino, se fossi stata fortunata, sarebbe stato quello di vivere nell'ombra senza che nessuno mi vedesse e, quindi, potessi essere lasciata in pace.

Ora so che non è così, ma è come se ormai fosse troppo tardi. Si dice che una falsità, se viene ripetuta abbastanza volte, diventi verità alle orecchie di chi, volente o nolente, si ritrova ad ascoltare o a sentire.



Mi chiedo cosa sarà di me, quanti rimpianti avrò e, soprattutto, perché...









Come on, hold my hand,


I wanna contact the living...


Not sure I understand


this role I’ve been given...


 


I just wanna feel real love,


feel the home that I live in...


’Cause I got too much life


running through my veins, going to waste...


 


I scare myself to death,


that’s why I keep on running...


Before I’ve arrived, I can see myself coming...


 


I just wanna feel real love,


feel the home that I live in...


I got too much love


running through my veins, going to waste...


 


I just wanna feel real love


in a life ever after...


There’s a hole in my soul,


you can see it in my face, it’s a real big place...


venerdì 12 novembre 2010

Destination Anywhere


Jon Bon Jovi



Ho da poche ore finito di leggere il primo capitolo di "Trent'Anni E Una Chiacchierata Con Papà", il libro di Tiziano Ferro da poche settimane sugli scaffali.

Il libro (se l'avete letto o ne avete sentito parlare, lo saprete) è sostanzialmente la trascrizione di 15 anni del diario personale di Tiziano, il tutto condito da una sua interpretazione e rielaborazione fatta oggi, a trent'anni, con una nuova consapevolezza, una nuova vita, una nuova libertà ed una nuova maturità, ed anche dai commenti e dagli aneddoti raccontati dalle conoscenze più significative di Tiziano, conoscenze senza le quali, come lui stesso scrive, non sarebbe successo o cambiato nulla nella sua tormentata vita.



A parte il fatto che, già dalla lettura di queste prime pagine, ne sono profondamente colpita (e quindi, proprio per questo, credo sia meglio rimandare un'eventuale recensione o commento o chiamatelo-come-vi-pare a quando avrò finito di leggerlo), ma la ragione per cui ho esordito parlando di questo libro è perché, appunto, esso è sostanzialmente un diario, un insieme di pensieri, riflessioni, sensazioni raccolte nel tempo e fissate nel tempo, per diventare eterne. È questo che mi affascina del concetto di diario, ed è per questo che ho sempre voluto avere un blog e che, ormai da più di un anno, ne ho uno.


Per dirla nel mio solito linguaggio, insomma, cominciando a leggere il libro di Tiziano Ferro mi è venuta la scimmia di scrivere a mia volta qui sul blog... E poi bisogna anche dire che mi e vi avevo promesso di scrivere più frequentemente qui, un po' come ai vecchi tempi, anche se i lettori di questo blog al momento credo siano pari a zero, ma questo non importa, anzi, forse è meglio così, mi sento meno "osservata", chi lo sa.



Ad ogni modo, le giornate da queste parti proseguono veloci. L'altro ieri sera mi è iniziata l'influenza, e quindi non sto esattamente al top. Nonostante ciò, ieri ho trovato le forze (non è stato difficile, ve l'assicuro) di andare a vedere il "film" (concerto) "Bon Jovi - The Circle Tour" al cinema. Una roba abbastanza innovativa e all'avanguardia qui in Italia, o forse lo è soltanto per quanto riguarda i Bon Jovi, questo non lo so. So solo che negli States sono un po' di anni che hanno l'usanza di trasmettere lo stesso film/concerto all over the country, mentre qui da noi è stato qualcosa di assolutamente inedito, per cui sono felicemente sorpresa. Tra l'altro, ho anche deciso di portare anche i miei, così che muovessero un po' il culo da casa e si beccassero anche un concerto con le contropalle, ché se non hai mai visto i Bon Jovi live, ALMENO su un cazzo di schermo, non hai visto nulla nella vita (anche se è pur vero che, tecnicamente, il mio primo concerto dei Bon Jovi l'ho visto proprio insieme a loro, che mi hanno accompagnata a Imola nel 2003 in occasione dell'Heineken Jammin' Festival, solo che eravamo lontani, lontanissimi, o, come dicono gli americani, "in the nosebleeds", anche se quel termine sarebbe riferito solo alle tribune, mentre noi eravamo nel prato, ma chissenefrega, il concetto è quello).



Bon Jovi

Anyway... Come vi dicevo, sono piuttosto influenzata, e oggi non avevo assolutissimamente voglia di uscire, così ho posticipato a settimana prossima tutti i miei impegni. Domani in un locale poco lontano da Genova si esibirà una tribute band dei Bon Jovi che ho già visto qualche anno fa e che ricordo essermi piaciuta molto, quindi ho intenzione di andare. Speriamo che l'influenza non rompa troppo le palle.



Che altro... Bè, ovviamente già saprete che è uscito il nuovo greatest hits dei Bon Jovi, il quale contiene 4 inediti molto fighi (a dire il vero 5, ma solo se lo comprate da BonJovi.com). E, ancora più ovviamente, saprete anche che è stata recentemente annunciata una loro data in Italia, il 17 Luglio 2011, dopo 8 anni di assenza, 11 se consideriamo solo i tour ufficiali. Insomma, un evento più unico che raro. Suppongo sappiate, infinitamente più ovviamente, che io ci sarò, ed ho tutta l'intenzione di sudarmi la prima fila.



Sì, lo so. Post diverso, molto diverso dal solito. Ma dovete sapere che sono in fase nostalgica in questo periodo. E quindi diciamo che sto lasciando che rivenga un po' tutto a galla, compresi i Bon Jovi. Non che i Bon Jovi siano mai stati sommersi, sono SEMPRE stati a galla... però magari ne parlavo meno... Ecco, ora mi va di parlarne di più. Quasi quasi mi andrebbe di parlare SOLO di loro, come facevo fino a qualche anno fa. Loro mi fanno stare bene. Loro mi hanno cresciuta. Loro mi sono stati vicino nei momenti più difficili, e mi hanno aiutata a farli diventare più sopportabili, talvolta persino belli.

Devo molto ai Bon Jovi. E quindi, vaffanculo, per una volta il mio blog è dedicato a loro, e lo sarà anche in futuro. Tanto nessuno passa più di qui comunque, e, in ogni caso, fidatevi che i Bon Jovi sono un gran bell'argomento, specialmente se dall'altra parte del confronto abbiamo sproloqui e monologhi incomprensibili e/o deprimenti.





Bon Jovi


Grazie.







Some dreams live,

some will die,

but the you and me

is still alive...



Now, am I blessed?

Or am I cursed?

'Cause the way we are

ain't the way we were...



Back... when we were beautiful...



I wonder where it went,

let's go back and find it...


sabato 6 novembre 2010

Lightness


Rainbow Bubbles In Lightness




Okay, è ufficiale, questo blog è deserto. Anzi, non "deserto", ché il deserto è puro, sabbia e soltanto sabbia, perfetto nella sua solitudine. Direi più "abbandonato", come una strada un tempo trafficata a tutte le ore e che adesso invece vede lunghi arbusti spuntare dalle proprie ferite interne.



Da una parte mi rattrista, perché mi chiedo come sia accaduto. Chi mi seguiva lo faceva solo per abitudine? Oppure mi voleva bene e adesso non me ne vuole più? Oppure è semplicemente che ormai scrivo una volta al mese e quindi giustamente questo rifugio è finito un po' nel dimenticatoio?

Dall'altra mi conforta, perché è un perfetto esempio di un ciclo che finisce. Come una lucertula che perde la coda e se ne fa crescere una nuova che sembra uguale a prima, eppure è diversa, eppure è un'altra coda, una coda nuova, rinata.



Come sempre, questo blog è il riflesso di me stessa, in tutto e per tutto, nei suoi discorsi lunghi, nei suoi silenzi, nei suoi sproloqui, nella sua cripticità, nelle sue mille persone che gli gravitano intorno, nella loro totale assenza dalle scene.



È un po' così che voglio vivere e interpretare questa fase un po' inattiva, un po' abbandonata, un po' "così" del blog. Come un nuovo inizio, qualcosa uguale a prima, ma diverso, come me, in continua evoluzione.



Persino la sua piattaforma, Splinder, è cambiata. Ora mi obbliga ad usare la nuova interfaccia, che, anche se bisogna fare lo sforzo di abituarcisi ed adattarcisi, è più semplice e bella della precedente.



In questi giorni è uscito anche il nuovo greatest hits dei Bon Jovi, con quattro nuovi inediti che "ci piacciono" parecchio. Ho come la sensazione che, come al solito, anche questa volta i Bon Jovi abbiano colpito nel segno, abbiano azzeccato il mio punto debole ed abbiano cercato di creare il loro personalissimo ed unicissimo cerotto musicale. Grazie. E poi ci sarebbe anche P!nk, ma P!nk credo che ai cerotti preferisca il suo di nuovo personalissimo ed unicissimo limone personale. Non so se mi sono spiegata.



Credo che ricomincerò a scrivere più assiduamente. Lo spero, almeno. Mi piace questo blog. È speciale, unico. È parte di me, di quello che sono, sono stata e che sarò.



Let's raise our glasses to the future!




Push your luck, say your prayers,

make believe you don't care,

take a chance, sometimes it's all you need!


mercoledì 6 ottobre 2010

Violentandoci


Lunapark Abbandonato




Nella mia testa, c'era che il giorno in cui sarei rientrata qui l'avrei fatto con la stessa delicatezza e lo stesso rispetto di chi varca la soglia della propria soffitta, dopo tanti anni, per riscoprire angoli ancora vivi del proprio passato, altri rimossi, altri in bilico...
Nella mia testa, avrei messo un piede davanti all'altro, lentamente, e con gli occhi avrei ripercorso tutte le pareti, con un soffio spazzato via tutta la polvere, con le dita riaccarezzato le pagine ingiallite della mia vita per poterne scrivere di nuove...
Nella mia testa, avrei riletto tutto, dall'inizio alla fine, avrei consumato i miei pensieri ancora una volta, sarei riannegata nello stesso mare facendo finta di avere il salvagente.

E invece, della soffitta, c'è solo la puzza di stantio. Il buio. La totale assenza di futuro. Non c'è nostalgia, non c'è malinconia. O meglio, ci sono, sono lì a guardarmi e sembrano dirmi "guarda che siamo state qui ad osservarti tutto il tempo... Tu, dov'eri?".

Questa non è una soffitta. Questo è un vecchio luna-park abbandonato. Un tempo qui c'era tanta, tantissima gente. Erano tutti tristi, ma indossavano maschere di felicità. La bambina innocente è cresciuta. Ha buttato via il suo peluche, ha regalato il suo gelato ed è andata via per la sua strada.

Apro il cancello, entro saltando, pestando i piedi. Stupro il terreno. Corro, graffio, butto tutto all'aria. Rompo le luci. Erano quasi tutte fulminate, anyway. I finti sorrisi stampati sulle giostre sembrano ancora più allegri. Urlo, sbraito e ancora urlo.

Benzina, benzina dappertutto. Esco dal cancello, butto un fiammifero a terra.

Ghiaccio.




So raise your glass
if you are wrong
in all the right ways...


martedì 13 luglio 2010

Nebbia televisore




E poi, ci sono anche quelle volte in cui le parole finiscono, e non rimane più nulla.

More Than Words

Message In A Bottle






Certe cose sono talmente grandi da essere opprimenti, indescrivibili, intoccabili nella loro più grande, sincera e palesata delicatezza.
Non si sa mai bene come gestirle, e allora si finisce per prenderle per come sono, in un misto tra rassegnazione e coraggio.




E cerchi di trovare le parole per poter dar loro un senso, per poterle spiegare, per poterle condividere. Le parole difficilmente arrivano, e quando lo fanno ti sembra sempre che siano fuori posto o addirittura totalmente sbagliate. A volte, arrivano nei momenti in cui forse sarebbe meglio non arrivassero; altre, invece, preghi che arrivino, ma non lo fanno mai. Altre ancora, arrivano troppo tardi.




Ci sono poi quelle parole che sono tue, ma le trovi in bocca di qualcun altro, o nelle orecchie di qualcun altro. E allora ti chiedi se siano tue davvero. Se siano di qualcun altro davvero. O se in realtà non siano proprio di nessuno, se non solo del cielo, come sabbia dispersa nel vento, partita da chissà dove e finita chissà dove.




Un ideale elevato, una nobilitazione dell'anima e del cuore, una risposta a tutti i perché, a tutti i come, a tutti i cosa, dove e quando dell'universo.




Impalpabile, irraggiungibile, indicibile.






And it seems like a loss somehow,


my heart got lost on the way to my head


and my brain cells are dead


and the craziness shows...

mercoledì 7 luglio 2010

Better timing, anyone?

Sciopero Treni






Ci sono colpi di sfiga che proprio non è UMANAMENTE POSSIBILE accadano.




Per tutto il resto, c'è Trenitalia.

domenica 13 giugno 2010

Somewhere over the rainbow

Rainbow Clouds






Sarà l'estate, sarà il Pride, saranno certe persone, sarò io... ma oggi sono serena. Il tempo fa schifo... pazienza, non guarderò fuori dalla finestra! ;)




Non sono venuta qui con un'idea particolare in testa, ma ci tenevo a scrivere qualcosa, e sono contenta che per una volta quel qualcosa non sia qualche paranoia/incazzatura/depressione.




Ho voglia di festa, ho voglia di leggerezza, ho voglia di concerti, ho voglia di altri Pride, ho voglia di musica (quella sempreee!), ho voglia di sole (ma 'ndo cazzo sta?!???), ho voglia di Lady GaGa, ho voglia di casino e ho voglia di Piña Colada.




Poi mi sono resa conto che io non posso più vivere senza il mio cellulare nuovo (che tecnicamente sarebbe uno smartphone, ma se dicessi "non posso più vivere senza il mio smartphone nuovo" saprebbe di bimbaminkia very CUL che se la tira e mi verrebbe voglia di prendermi a schiaffi da sola, quindi lascio "cellulare"). No, seriamente, ormai è parte di me. Voi direte "sticazzi?"; sì, è vero, ma era solo una considerazione nata dal fatto che ieri mi si è scaricato a caso dopo che l'avevo caricato la sera prima. Sì, ho fatto un po' di fotografie al Pride e ho messo "Telephone" a tutto volume come colonna sonora mentre facevamo pipì nel bagno dello Spizzico, però checccazzo.




Vabbè, mi sa che vi saluto. Ho fame e voglio anche ascoltarmi Lady GaGa. (Sì, anche lei, insieme allo smartphone, fa parte delle cose senza le quali, ho imparato recentemente, non potrei più vivere).




Maaaaaaa prima di andare, tanto che sono qui, ne approfitto anche per fare gli auguroni di buon compleanno a una persona che definirei speciale per almeno 3 ragioni: 1) perché è speciale, 2) perché mi sopporta e 3) perché sopporta i capelli-mossi-che-però-le-piacciono-anche-se-oggi-non-li-vuole. :P Non faccio il suo nome perché tanto è una Very Important Person e tutti sanno di chi sto parlando! :D AUGURIIIIIII, TESÒ!!!




Ciauuu a tuttiiiiiii!!! :)






She's got both hands


in her pockets


and she won't look at you,


won't look at you...




She hides true love


en su bolsillo,


she's got a halo 'round her finger,


around you.




You know that I love you, boy,


hot like Mexico, rejoice,


at this point I gotta choose,


nothing to lose...

martedì 1 giugno 2010

Not my(usual)self tonight

Pink Scratches






Mi sono rotta il cazzo di chi mi crede "poco". Mi sono rotta il cazzo di chi mi crede "troppo". Mi volete, non mi volete, mi volete ma..., mi volete se..., mi volete forse..., mi volete a tratti... BASTA.




Sono buona, sono pacifista, ma non sono cretina. E anche se non sembra, sono molto, ma molto attaccata alla mia dignità. Sono stufa di vedere persone che ne abusano, specialmente quelle che invece dovrebbero volermi bene, o così dicono. COSÌ DICONO.




NON DITEMI PIÙ "TI VOGLIO BENE" SENZA PRIMA PENSARCI UNA, DUE, MILLE VOLTE, SE NECESSARIO. Non fatelo più. Non sono "solo parole", non sono cose che si dicono e poi chi se ne ricorda più. Io mi ricordo di ogni singolo "ti voglio bene" che mi è stato detto. E anche di tutti quelli che io a mia volta ho detto agli altri. E mi manda in bestia pensare che forse molti di quelli che ho ricevuto sono stati detti con la leggerezza che io non metterei nemmeno nel chiedere "che ore sono?" ad un passante.




Basta, quando è troppo, è troppo. Ho troppa fiducia nelle persone di cui ho fiducia per accettare delle oscenità simili. Cercate di non deludermi, perché una volta che mi avete deluso sarà mooooooolto difficile riacquisire la mia fiducia. E se adesso state pensando "chissenefrega", bene... esattamente. Sparite. Ma sparite DAVVERO. Se invece ve ne frega qualcosa, vedete di raddrizzare il tiro. CHE IO VI VOGLIO BENE, CAZZO. E se sono una cogliona, se sbaglio a volervi bene, ditemelo. Ditemelo in faccia. Così evitiamo ulteriori perdite di tempo. Se per voi è tutto solo un gioco, se per voi sono troppo seriosa e do troppa importanza a quello che sono io con voi, ditelo. Se per voi non sono davvero un'amica, ma in fondo non sono neanche una conoscente, in fondo, chi cazzo ti ha mai visto, bene, ditelo. Se non sono NULLA, se sono MENO DEL NULLA, ditemi anche questo. Ditemi tutto. Ma parlate. Sono stufa del silenzio, stufa di rincorrere e scappare, fare il primo passo ed aspettare, volare tra le nuvole e poi sfracellarmi a terra.




Buonanotte.






I feel so untouched...

giovedì 27 maggio 2010

A New Beginning...

Light At The End Of The Tunnel






Questa volta, lo intendo veramente. Questa volta, è per davvero. Questa volta, ho guardato il cielo e l'ho detto.




Non pensavo l'avrei mai fatto, e tanto meno pensavo che avrei mai voluto farlo. E invece.




Fa strano. Mi ci ero abituata. Era diventata una parte di me a tal punto che perderla suonava come perdere qualcosa di fisico, un organo o qualcosa del genere.




Dovrei spendere molte più parole per questo, ma ne ho già spese abbastanza, anzi, troppe.


La libertà deve avere un gran bel sapore... Ed io non vedo l'ora di assaggiarla.






I guess I knew that all along...

lunedì 17 maggio 2010

Don't let me get me

Sorry...






È arrivato. Non c'è voluto molto, avete visto?




Devo dirvi anche che la chimica di questi giorni non mi piace. Sono tutte reazioni strane, che non si dovrebbero azzardare. Il tempo fa schifo da due settimane buone, io non ho voglia di uscire o di vedere nessuno (credo sempre da due settimane buone) ed ho la testa completamente nel pallone e in stato confusionale (hmmm... sì, da due settimane buone!)...




Il risultato di questa reazione è qualcosa di totalmente fuori controllo, qualcosa che mi sta egregiamente sui coglioni, qualcosa che mi fa salire la merda al cervello e fare cose che non vorrei fare.




Mi riporta alla mente com'ero 6 o 7 anni fa... Il mio male interiore mi faceva trattare di merda tutti, ma soprattutto le persone alle quali tenevo di più. Non ho mai davvero capito perché, ma me lo sono sempre giustificata con la parola "masochismo". Come un volersi punire del modo schifoso in cui si è, uno sguazzarci dentro ancora di più.




Forse ho solo bisogno di sentire quel che si prova. Forse ho solo bisogno di farmi male. Forse ho solo bisogno di vedere se e quanto posso odiarmi più di quanto già faccia.




Ma voi non c'entrate un cazzo... o forse c'entrate troppo. L'unica cosa certa è che non meritate i miei scleri. Se voglio farmi male ci sono tanti modi, ma non posso ricorrere a ferire coloro a cui tengo di più... È troppo.






Is this a feeling I need to walk with?

venerdì 14 maggio 2010

Realtà ad occhi chiusi

Closed Eyes






Stavo cercando di rialzarmi, per l'ennesima volta. Questa volta aveva un sapore più convinto, più forte. Era diverso da tutte le altre volte, o se non altro recitava molto bene. Il peso di tutto sembrava essere più sostenibile, giusto un poco. Poca forza ero riuscita a raccogliere, ed ho scelto di investirla tutta in questo slancio, bruciando anche quella necessaria alla minima autodifesa dalle altre cose...


Questo ha fatto sì che l'ultimo colpo che ho ricevuto da quest'ultime mi ricatapultasse a terra e mi schiaffasse in faccia ciò da cui disperatamente sto cercando di scappare. Sto tenendo gli occhi chiusi, così non vedrò ciò che si impone prepotente dentro di me.




E poi, diciamocelo, queste notti "un po' così" non aiutano. Queste notti dove, senza un motivo particolare, tutti sembrano andare a letto alle 10 di sera, e tu rimani sola come un cane, coi tuoi pensieri, le tue debolezze, i tuoi difetti e tutta la loro compagnia.




So che arriverà quel momento. Lo so. E allora saranno cazzi. Ma non posso continuare così. Occhi chiusi. Terrò gli occhi chiusi, più che posso. E poi... poi si vedrà. Nessuno, occhi chiusi. Tutti, occhi chiusi. Non ci penso... Occhi chiusi.






Ho seppellito l'incoscienza del mio cuore...

giovedì 29 aprile 2010

The only thing we have to fear is... fear itself

Fear






Dicono che la paura sia un meccanismo di autodifesa presente nell'uomo per far sì che egli si blocchi dal buttarsi giù da un burrone solo perché gli va.




Chi ha inventato la paura, però, non ha messo in conto il fatto che io dal burrone non mi ci butterei comunque, perché non sarebbe la paura a frenarmi, bensì la certezza che farei una gran brutta fine. Non mi va di buttarmi giù da un burrone, perché dovrei farlo?




Ciò che invece mi va di fare, d'altronde, è sempre condizionato dalla paura. La paura è, quindi, un meccanismo di autoattacco, di passività autoindotta e di apatia. È un po' come essere sotto l'effetto del Prozac: ti sembra di essere sereno, magari addirittura felice, ma non ti rendi conto che in realtà sei solo anestetizzato, in un coma ad occhi aperti, e che quando c'è da ridere lo fai per abitudine e non sei sicuro di sapere il perché, e quando c'è da piangere... semplicemente non lo fai.




La paura è un blocco irrazionale, che va contro la propria volontà, contro il proprio benessere, i propri interessi e anche contro il famigerato istinto di sopravvivenza. Perché muoio mille volte di più quando osservo il burrone da dentro una cupola di vetro senza ossigeno, che quando decido di buttarmici. Perché ciò che può sembrare un letale salto da un burrone potrebbe essere in realtà un piacevole tuffo in un lago, magari quello dei nostri sogni.




La paura è anche il terreno fertile dell'ignoranza, della superstizione, della discriminazione, dell'odio e dell'assoluta piattezza. Se l'avere paura potesse essere concentrato, compresso e antropomorfizzato, sarebbe un individuo cieco, in grado di cogliere, con i suoi occhi totalmente neri, soltanto delle ombre; un individuo che ha sviluppato due AK-47 al posto delle braccia, e che va in giro mitragliando a caso qualunque cosa o essere incontri; un individuo che ha il cuore non pulsante e fatto di un materiale calcareo che tende a sgretolarsi.




Ora voglio guardare "Desperate Housewives" e non pensare più a niente. Prendere il cervello e metterlo in stand-by per 45 minuti. Ne ho bisogno. E se si azzardano di nuovo a non fare nemmeno una minima menzione di Katherine & Robin, mi incazzo a bestia.




Buonanotte a tutti voi...






Take my hand, I know we'll make it,


I'll let nothing slow us down,


I know you want to curse


this place, but there's only


one thing that's stopping us now...




Fear fear fear


of a new thing,


Fear fear fear


of the brass ring...




You ain't one for taking chances,


you work and live and breathe that 9 to 5...


Still that's what you call living,


that's surviving to me...




and surviving is living to die in


fear!

giovedì 22 aprile 2010

Straitjacket Feeling

Moving On...






Cerco di arrampicarmi e scalare a fatica, con tutte le mie forze, lo scivoloso monte della rabbia, della razionalità e dell'amor proprio. Voglio riuscire ad arrivare in cima e prendere un lungo respiro a pieni polmoni.




Perché mi odio così tanto da spacciare la resa per orgoglio, salvo poi deliberatamente farmi del male di nascosto, sperando sotto sotto che qualcuno se ne accorga comunque prima o poi.




C'è una cosa che proprio non sopporto, si chiama "ambiguità". E con questo termine non intendo l'ascoltare sia la musica Rock sia la Dance, il vestirsi in modo queer o robe così. Quella si chiama "apertura mentale", ed è ben altra cosa. L'ambiguità è prerogativa di tutte quelle questioni per cui o si è bianchi o si è neri, o è così o è pomì, e le vie di mezzo non possono essere contemplate.


Forse sbaglio io a considerare certe cose come facenti parte del secondo gruppo piuttosto che del primo, però io sento di essere nel giusto. Bisogna essere chiari, se non con le parole quantomeno nei fatti.




Voglio essere positiva. Sono un po' sul filo del rasoio, le forze in magazzino sono molto scarse, ma sono stata molto peggio. Sto testando la mia resistenza. L'estate sta per arrivare ed io voglio non dico abbracciarla, ma quantomeno accennarle un "ciao".


All'orizzonte ci sono tante cose, fosse che almeno mezza si realizza e magari anche nel modo giusto? Voglio crederci.






And when that memory slips away,


there will be a better view from here


and only lonesome you remains


and just the thought of you I fear, it falls away...

sabato 17 aprile 2010

Untitled

Dice






E mi vergogno come un cane, anche se forse non dovrei. In fondo, a volte, riesco ancora a ritrovare l'orgoglio, o forse, più semplicemente, la dignità.




Chissà quali sono i pensieri, come ci si sente. Io non ho mai provato nulla di simile, e forse non lo farò mai. Forse questa cosa l'ho inventata io. Vabbè, allora sarà il mio bambino. Forse l'unico che, nonostante tutto, sì, nonostante tutto, cazzo... voglio avere. È una femmina, vedeste che begli occhioni che ha.




Come faccio a scrivere con questa sorta di dolce tortura auto-inflitta non lo so. Ma ha un non-so-che di suggestivo. Ma non andate troppo in profondità o potrebbe trasformarsi in schizofrenico, ossessivo, autolesionista e forse anche qualcos'altro.




Ieri mi hanno detto tante cose. Ma cosa ti salta in testa? Certe cose sono impensabili! Già, sono impensabili. E allora rilassiamoci. Metto su un remix zarro di Lady GaGa e il mondo all'improvviso diventa rosa e tanto, tanto leggero.




Sì, anche stanotte si è fatta mattina, e sì, anche stanotte avevo detto che sarei andata a dormire più di tre ore fa. E ora eccomi qui a vomitare lo strato superficiale della mia anima. Sì, solo quello. Se mi sporgo per vedere oltre potrei cascare e finire risucchiata in un buco nero di cui non so, e non voglio sapere, le dimensioni.




Ah, l'anima. Che bella parola. Credo di vederla un po' come il punto d'incontro tra cuore e cervello, la loro fusione. Un po' come accade per la Coca-Cola e il rum. Le due cose da sole non sono poi un granché ed hanno un sapore strano e fastidioso, ma se le metti insieme... magia!!! Si crea qualcosa di buono, che vuole farti dimenticare. O ricordare. O entrambe le cose allo stesso tempo. Okay, ho davvero appena paragonato l'anima ad un Cuba Libre??? Forse è segno che devo andare a letto. Sì, è proprio meglio che vada...




Ah, post scriptum... Visto che mi rendo più o meno conto di aver superato persino me stessa quanto a non-sense (apparente!), vi butto giù due curiosità pseudo-utili (leggesi "stronzate") che forse non vi faranno totalmente rimpiangere i 5 minuti appena passati della vostra vita.


Cominciamo:


- Ricky Martin è GAY!!! :O


No, seriamente.


- È stata creata una rivista porno per ciechi. Le figure sono riprodotte in Braille; e questa meraviglia costa la modica cifra di 225 dollari canadesi.


- La Corte Costituzionale ha deciso di posticipare il tutto mollando la patata bollente a qualcun altro, perché è Aprile e tra poco farà caldo e arriveranno i veri problemi importanti (come la prova costume, il tipo di crociera da scegliere e le città che non sono mai state così vuote/calde/inserire-aggettivo-sensazionalistico-a-vostro-piacere), che ci faranno dimenticare questi noiosi pettinamenti di bambole riguardanti i diritti umani, o come li chiamano.


- Nel frattempo, Obama ha detto che, d'ora in poi, negli Stati Uniti, non dovranno più verificarsi scene drammatiche per cui una donna non può nemmeno dire addio alla persona che ama e che è sul punto di morte, solo perché questa persona ha la colpa di essere anch'essa donna. Come dire, paese che vai...


- Se la vostra vita sessuale non è un granché, potreste prendere in considerazione l'idea di comprarvi una Wii. Vi basterà cadere in un modo strano e ledervi un nervo, che la cosa potrebbe portarvi ad una "sindrome da eccitazione sessuale persistente" (leggesi "orgasmi multipli ad ogni minima vibrazione o contatto particolare"). È successo ad una ragazza di 24 anni.


- Ora è la seconda volta nell'arco di poche ore che dalle mie casse, all'improvviso e senza motivo, esce fuori Gerry Scotti che mi parla di luce e gas, con tanto di effetto eco/sdoppiamento. Il tutto seguito da minuti e minuti di rumori inquietanti che assomigliano al picchiettio su un vetro. Come se avessi un omino dentro al PC che vuole uscire. Chissà, forse è Clippy che si è rotto le palle di passare la sua vita a dare consigli idioti a persone idiote che non sanno usare un programma idiota come Word...




Bene, per oggi/ieri/o-quello-che-diamine-è è tutto. Se siete arrivati davvero a leggere fin qui vi regalerò un peluche puccioso. Ora si va a nanna, ché tra meno di 3 ore ci si rialza.




Baciozzi!






Just a second, it's my favorite song they're gonna play,


and I cannot text you with a drink in my hand, eh?


You shoulda made some plans with me, you knew that I was free,


and now you won't stop callin' me - I'm kinda busy!

lunedì 5 aprile 2010

Un altro inizio

Ricominciare...






Ha un sapore strano questo giorno. Quasi ne dimenticavo l'importanza, troppo persa dietro alla parola "Pasqua".


E forse non è cambiato nulla, forse è cambiato troppo. Eppure da allora il mondo non è più lo stesso e il mio cuore è stato in posti che i miei occhi non possono o non riescono a vedere.




Quante parole sono state dette, scritte... quante sono andate perse, dimenticate, ingoiate. E quell'estate mai nata, vissuta nel futuro, come il resto della vita; quelle canzoni troppo belle e spensierate per poter essere ascoltate da me. Quelle strade che forse non esistono e quei racconti che solo nei films troveresti. La nostalgia del mai vissuto e la malinconia di un respiro dissociato, di un battito non percepito.
Quella fusione di realtà e fantasia, presente e futuro, dubbi e certezze. Quella consapevolezza di impotenza, quella sensazione di lucida follia. Quella voglia di scappare via lontano e quei piedi di piombo ancorati all'asfalto. E quelle ore passate e finite chissà dove, lontano da me e da chiunque altro. Quei pensieri insistenti, quelle immagini ingannevoli. Quella leggerezza che non tornerà mai più.
L'alienante trasporto di qualcosa che non c'è. Il mio essere lunatica e il mio vivere al minuto. Quegli attimi di felicità apparente e quel bisogno di evadere, di uscire dal proprio corpo.




Quattro stagioni dopo, le sensazioni sono le stesse. Al mio bagaglio si sono aggiunti una inquantificabile stanchezza, un cassetto pieno di parole dette e non dette (i due tipi accuratamente divisi in due reparti separati che però a volte si mischiano), un filo d'esperienza, qualche bella persona, due libri importanti, una manciata di banconote, un po' di vestiti, una lettera senza possibilità di ritorno e tanti biglietti del treno; il tutto in ordine assolutamente casuale.




E ora la vita mi sta ancora una volta presentando il conto, ed io non sono sicura di quanto, come e cosa pagare. Ma ho il brutto presentimento che, in ogni caso, pagherò. Speriamo almeno che l'investimento ne sia valso la pena. E dopo... dopo si riparte, per l'ennesima volta.




Quando non conosci la tua meta, questa ti appare sempre lontana. Ma quando sei lontano, davvero lontano, ogni passo che farai, qualsiasi sia la sua direzione, sarà sempre verso il tuo obiettivo. E chissà che, avvicinandoti, finalmente non riuscirai a vedere che cos'è...


Intanto, so che devo camminare. Al resto penserò dopo.






Niente mi porterò,


solo vento tra le mani,


più leggera sarò,


sospesa...




Sorriderò prima di andare,


basterà un soffio e sparirò,


forse sarà pericoloso,


forse sarà la libertà...




Solo il cielo avrò sopra di me,


solo il cielo avrò sopra di me...




Ricomincio da qui,


da un'effimera illusione...


Mi risveglio e ci sei,


ancora tu...


qui...

lunedì 22 marzo 2010

In Vino Veritas

Movie Theater






No, non aspetterò oltre. Questo posto mi manca. Ho fatto un giro un po' più lungo del solito nel mondo là fuori, e adesso sento la nostalgia del mio mondo. Così diverso. Eppure ne fa parte, come un sottoinsieme. Il mondo è anche il mio mondo. Va bene, e allora dove sta? Avrà anche lui una sua materializzazione o è soltanto un piccolo embrione, un aborto spontaneo?




Non lo so. A volte mi sento un po' come in un film. Solo che i film hanno sempre una trama già scritta, e i personaggi sanno sempre cosa fare e cosa dire, e anche quando non dicono o fanno niente, sembra sempre che stiano facendo la cosa giusta comunque, che tanto il film dura due ore e sicuramente qualcosa entro quel tempo succederà e cambierà. E con molta probabilità ci sarà un lieto fine, che però non sarà un fine (ma perché cazzo "fine" diventa maschile solo perché è lieto? Che è, da femmine non si può essere liete forse?) perché durerà forever and ever. Ed è tutto più romantico, drammatico e sensato quando parte la musica ad effetto nelle scene clou. E tutti aspettano il proprio turno per parlare, nessuno si interrompe o non capisce quello che gli è stato detto (avete mai sentito un "eh? Scusa, puoi ripetere?" in un film?).




E quindi, vi direte, che cazzo c'ha in comune la tua vita con un film? Nulla. Forse mi piace credere che c'abbia qualcosa per rassicurarmi, per potermi aspettare il lieto fine o la bella musica in tutti i momenti.




Bè che a volte la bella musica non basta. Ieri sera ce n'era per così di bella musica, ma c'erano anche troppi cromosomi Y per i miei gusti. No, non sono misandrica. E non mi piace neanche generalizzare. Ma è assolutamente indubbio che le donne abbiano un qualcosa in più. Non posso e non voglio dargli un nome, non è una marcia, non è intelligenza, non è sensibilità. O forse è tutte e tre le cose e anche di più. Non so cosa sia, ma ce l'hanno. O forse è soltanto che sono davvero, ma davvero lella. Ma non c'entra un cazzo, ne converrete con me. Bè, comunque... Inutile dirvi il senso di schifo che ho provato, specialmente una volta che le luci si sono spente ed è calato il sipario. Diciamo che certi limiti sono stati violati un filo oltre la soglia di tolleranza. E se prima avevo semi-certezze, ora... lo potete immaginare.




Alla prossima, gente.




Ciau!






I wish that life was like it is in the movies,


'cause the hero always gets his way...


No matter how hard it gets on that dark lonely road,


at the end he's got a smile on his face...


But when they threw me out to the lions,


no one saved me as I fell from your grace...


And no one wrote me new lines for what I said wrong


and what I did wrong I could not erase...




This is real life,


this is real love,


this is real pain, that much I'm sure of,


these are real tears,


these are real fears inside that I can't hide...


This is real life,


this is real love,


these are real wounds I'm bleeding from,


and I realize this is real...

sabato 13 marzo 2010

· · · — — — · · ·

Nulla anestetico per il mio peccato mortale, naturale...

venerdì 26 febbraio 2010

Come la fortuna...

Pieces of the Puzzle






CHE PALLE 'STO BLOG. Mi sono resa conto che finisco da queste parti ogni volta che non ce la faccio più e sento il bisogno di sfogarmi. Quindi collego questo posto a tutti i casini che ho, e siccome non sopporto più tutti i casini che ho, sto finendo per non sopportare più nemmeno questo blog. Ma vabbè. Non sopporto manco me stessa, eppure talvolta ci vado pure d'accordo, quindi che volete che sia qualche pensiero negativo sul blog. In fondo gli voglio bene.




Stasera sono uscita, pizzata fuori per una "serata girls", o come la chiamano. Alla fine non è stato male, ma non bisogna mai dimenticare che in tali circostanze l'argomento "uomini" è d'obbligo, e quindi meno male che davanti a me avevo la pizza da osservare intensamente, e meno male che c'è stato Sanremo. Perché Sanremo è Sanremo, e almeno ti dà qualcosa di cui parlare che non vada in quel senso. Sì, perché andare contromano è brutto, pericoloso e ti fa sentire una cogliona. Poi ce n'era una che sembrava stare tra le due carreggiate e guardarsi a destra e a sinistra cercando di decidere in quale senso andare. Mi guardava anche strano... Boh, saranno impressioni.




Anyway, è un periodo davvero sfigato, questo. Ma di quelli sfigati con un pizzico d'ironia, che ti fa sembrare di essere in una sit-com comico-drammatica dove l'impensabile accade al momento più sbagliato, più che in una vita reale.




Boh, non lo so. Credo che, comunque, alla fine il vero problema sia che fatico a trovare un senso a tutto ciò, a tutto questo. Fatico anche a darlo, un senso. Sì, certo, questa è altra storia. Ma è la mia storia. Una storia che mi sembra un po' come le storie di tutti quei libri che ho nella mia vetrinetta: piacevoli, potenzialmente belle, ma, per qualche ragione, lasciate a metà.


Ma forse è proprio quello il mio errore. Pensare, anche inconsciamente, che, in qualche modo, sia già tutto scritto. E allora che senso ha andare avanti a leggere? Troppa pigrizia e troppa paura per farlo. Ma io sono la scrittrice, non la lettrice. Dovrei capirlo. E invece mi trovo ad essere la giocoliera delle parole che non riesce a dare un nome a nulla. La cantante del silenzio, che è l'unica cosa che riesce a dire tutto ciò che c'è da dire.




Se è vero che tutto accade per un motivo, ho davvero di che preoccuparmi.






È assurdo pensare che a volte le cose


non vadano bene e vadano rese...


È assurdo pensare che giunti a un traguardo,


neanche ci arrivi e diventa un ricordo...


E paradiso è la nostra memoria,


per non perderla mai più,


mai più...


E penso alle risate, a quanta gioia,


che non toccheranno mai,


nessuno mai...

giovedì 11 febbraio 2010

Paranormal Passivity

L'Urlo






Faccio l'amore con sogni dall'aria confusa e annebbiata, la realtà mi schiaffeggia, e non capisco se sia cattiveria gratuita o benevolenza, voglia di svegliarmi.




A volte mi chiedo quando tutto sia iniziato... non riesco davvero a trovare risposta. È come un gomitolo di fil di ferro, così sottile da essere tagliente se si prova anche solo a guardarlo troppo a lungo. Eppure ero io. Dovrei ricordarlo bene.


Non posso neanche guardare avanti. Non riesco più ad immaginare, non ce la faccio.


Il presente mi scivola addosso come un fiume sulla roccia, che lentamente logora, senza farsi notare.




Mi sono costruita tante gabbie, una dentro l'altra. Come in un frammento di vita eterna ma mai iniziata, perennemente fermo, dove tutto è immobile e i suoni non esistono, non posso permettermi neanche di urlare.




Una faccia che non ha mai voluto indossare maschere; tempo e intemperie si sono scagliati su di lei sradicandone via tutti i connotati, le espressioni, le emozioni. Rimane solo un teschio, senza volto, senza identità. Vuoti i suoi occhi, morta la sua pelle. Grigna sempre; a volte sembra una risata, altre una smorfia di rabbia. Ma non è più in grado di piangere.






Antefatto:


Alla finestra, il cemento si erge pieno di grigio orgoglio, e un cielo blu notte mi osserva timido, nascosto dietro di lui. Le parole e la musica riecheggiano forti nell'aria del mio piccolo frammento, e la sigaretta si consuma piano. Passano i minuti, butto la sigaretta ormai finita. Rimango ancora un po' alla finestra. Dal mio palazzo vedo spuntare fuori due ragazze, si tengono per mano. Penso che vorrei che si baciassero, ma che non lo faranno mai. Si avvicinano. Con le mani giocano una con le labbra dell'altra. Forse stanno parlando di trucco. E poi arriva. Timido, fugace, quasi impercettibile. Me lo starò immaginando. E poi ancora. E ancora, e ancora. Ogni volta più passionale. Braccio intorno al collo come a rivendicare qualcosa che vuole sia soltanto suo. Mi nascondo, non voglio mi vedano mentre le osservo. Riprendono a camminare; la mora quasi saltella, sembra non riuscire a contenere la sua spensieratezza. La bionda le salta quasi in braccio, avvinghiandosi a lei con le gambe intorno alla sua vita.
Girano in tondo, ridono, si dicono anche qualcosa, ma non riesco a sentirle; la musica cerca ancora di coprire il silenzio assordante. E poi spariscono, ancora avvinghiate, dietro al cemento. Forse, non lo volevo veramente. Chiudo la finestra. Chissà se le rivedrò ancora, chissà se stanno insieme... Chissà...

giovedì 28 gennaio 2010

Tonight I don't give a fuck!

Bird Smile






Il periodo del vuoto cosmico a quanto pare è durato più del previsto. A dire il vero non riesco a ricordarmi nemmeno quando sia iniziato, il che la dice lunga... Ma comunque, in realtà in questi giorni ho più paura che altro. Sì, ho paura di scrivere. Ho paura di mettere su carta ciò che sento. In realtà ho paura di scoprire ciò che sento. E allora blocco le parole sul nascere. È anche per questo che questo blog è così incredibilmente silenzioso ultimamente. Non sono così occupata, stressata, divertita da dimenticarmi del mio diario personalissimo, no. Ci penso ogni singolo giorno a questo mio piccolo spazio di mondo. A volte apro questa pagina e poi la richiudo, senza cedere alla tentazione. Perché alla fine non c'è nulla che mi dia così tanta soddisfazione come sfogare la mia inquietudine qui su queste pagine. Mi sento liberata di qualcosa. Sensazione troppo familiare, ora che ci penso.




Ad ogni modo, dal punto di vista più meramente pratico, visto che di altro, come abbiamo detto, per ora non parlerò, c'è il solito movimento stagnante da queste parti. Quanto adoro gli ossimori, non avete idea. Mi rappresentano, mi esprimono al meglio. Io SONO un ossimoro. Anyway, tornando a noi... Si lavora sempre, e non ci si lamenta troppo. Qualche ora qua e là per arrotondare fa sempre piacere, quindi chissenefrega se ora devo cominciare ad acquisire orari normali (leggesi "che seguono vagamente i ritmi biofisici"). Anzi, ne sono contenta. Ho anche altre cosette all'orizzonte, ma evito di parlarne prima che i tempi siano maturi. Work, work, work, sì, that's what it's all about lately. E forse è meglio così. Stamattina, però, mi sono concessa un po' di shopping. Credo sia la prima volta nella mia vita, o giù di lì. Mi è piaciuto e ne sono soddisfatta. W i saldi forever.




Ora mi dileguo, tesori miei... Spero di ritornare a scrivere su queste pagine con la stessa frequenza, intensità e magari anche con un po' meno tristezza di sempre.




Besos!






There's a part of me in the chaos that's quiet


and there's a part of you that wants me to riot...


Everybody needs to cry or needs to spit,


every sweet-tooth needs just a little hit,


every beauty needs to go out with an idiot...


How can you stand next to the truth and not see it?


A change of heart comes slow...




It's not a hill, it's a mountain


as you start out the climb,


do you believe me or are you doubting?


We're gonna make it all the way to the light,


but I know I'll go crazy, if I don't go crazy tonight...




It's not a hill, it's a mountain,


listen for me, I'll be shouting,


shouting to the darkness, squeeze out sparks of light...


You know we'll go crazy,


you know we'll go crazy,


you know we'll go crazy, if we don't go crazy tonight...


Oh, oh,


slowly now,


oh, oh...

mercoledì 13 gennaio 2010

There's No Place Like Home...

Viaggio






C'è stato un grande vuoto dentro di me in questi giorni. Un vuoto talmente grande da non permettermi nemmeno di provare a scrivere e cercare un senso nelle parole, che se le scrivi un senso dovranno pure avercelo.
Poi, però, anche il vuoto trabocca, e quindi eccomi qua.




In questo momento sto chattando con una mia amica da poco trasferitasi in Australia per alcuni mesi. Non ho ben capito perché, e forse non lo sa neppure lei, ma credo abbia qualcosa a che fare con l'imparare l'inglese e lo stare lontano anni luce da casa propria.
Il mio migliore amico ha seguito più o meno lo stesso percorso, ma ora vive a Londra (a proposito... ciao, Luca!).
C'è chi è emigrato negli Stati Uniti, chi in un'altra città, chi nella via di fronte rispetto a quella dove aveva vissuto fino al giorno prima insieme ai suoi.


Io, da parte mia, sono qui, sono ovunque e non sono da nessuna parte. Una sorta di "Uno, nessuno e centomila" del terzo millennio.




Altro che relativismo... qua ci sono proprio le tenebre!






Gotta find a way,


yeah, I can't wait another day


and nothin' gonna change


if we stay around here...


Gotta do what it takes,


'cause it's all in our hands...


We all make mistakes, yeah,


but it's never too late to start again,


take another breath


and say another prayer...

venerdì 1 gennaio 2010

Hopelessly Hopeful

A New Start






Mamma mia, che Capodanno. Una mia amica mi ha detto che ciò che inizia male di solito finisce nel migliore dei modi. Bè, speriamo davvero!




Alla fine, però, posso comunque trovare i suoi lati positivi. Un bellissimo scorcio di mare, di quelli che li resteresti a guardare per ore o giornate intere lasciando che le onde immergano, rinfreschino, cancellino e ricreino i tuoi pensieri... Una o due docce di Moscato di quelli talmente buoni che ti ci ubriacheresti (ma forse, col senno di poi, dovrei togliere il condizionale)... Un po' di musica per far casino (ma si poteva fare di meglio)... I bei botti colorati e casinisti...


Insomma, tutto sommato avrebbe potuto andare peggio. Non sto a scendere nei dettagli degli aspetti negativi perché 1) ho già raccontato la storia personalmente fino alla nausea e 2) è quasi finito il primo giorno del nuovo anno, e voglio inaugurarlo con un post ricco di speranza o quanto meno povero di robe tristi.




Sì, perché è difficile non farsi coinvolgere dalla voglia di rinnovamento che l'inizio di un nuovo anno porta con sé, specialmente se l'anno appena passato non è stato esattamente dei migliori. È qualcosa di quasi irrazionale; voglio dire, in fondo si tratta soltanto di un numero che cambia. Cosa potrà mai avere oggi di così diverso da ieri? Bè, tecnicamente nulla, praticamente tutto.




A volte le cose sono o sembrano così statiche, che vedere che, finalmente, anche il tempo si decide a muoversi e a cambiare è una gran cosa. In fondo le nostre azioni dipendono dalla nostra psiche, da quella serie di illusioni che nascono ogni singolo secondo della nostra esistenza come reazione al nostro contatto con la realtà. E allora quale spinta può essere migliore di quella dell'illusione del tempo che dopo centinaia di giorni passati in contemplazione, in paura e in lento progredire nascosto, si butta coraggioso, come da una scogliera, cambiando in un momento?




Eh sì, sarà stupido, ma io voglio crederci in questo cambiamento, voglio credere in un anno appena nato che ha tanta voglia di fare, crescere e vivere, voglio credere in un 2010 che porti con sé la svolta e che valga la pena di essere vissuto.




Tutto questo e anche di più, ovviamente, lo auguro di cuore anche a Voi, che vivete nel mio cuore.






Yeah...


All is quiet on New Year's Day,


a world in white gets underway,


I want to be with you,


be with you night and day...


Nothing changes on New Year's Day,


on New Year's Day...




I will be with you again,


I will be with you again...