giovedì 29 aprile 2010

The only thing we have to fear is... fear itself

Fear






Dicono che la paura sia un meccanismo di autodifesa presente nell'uomo per far sì che egli si blocchi dal buttarsi giù da un burrone solo perché gli va.




Chi ha inventato la paura, però, non ha messo in conto il fatto che io dal burrone non mi ci butterei comunque, perché non sarebbe la paura a frenarmi, bensì la certezza che farei una gran brutta fine. Non mi va di buttarmi giù da un burrone, perché dovrei farlo?




Ciò che invece mi va di fare, d'altronde, è sempre condizionato dalla paura. La paura è, quindi, un meccanismo di autoattacco, di passività autoindotta e di apatia. È un po' come essere sotto l'effetto del Prozac: ti sembra di essere sereno, magari addirittura felice, ma non ti rendi conto che in realtà sei solo anestetizzato, in un coma ad occhi aperti, e che quando c'è da ridere lo fai per abitudine e non sei sicuro di sapere il perché, e quando c'è da piangere... semplicemente non lo fai.




La paura è un blocco irrazionale, che va contro la propria volontà, contro il proprio benessere, i propri interessi e anche contro il famigerato istinto di sopravvivenza. Perché muoio mille volte di più quando osservo il burrone da dentro una cupola di vetro senza ossigeno, che quando decido di buttarmici. Perché ciò che può sembrare un letale salto da un burrone potrebbe essere in realtà un piacevole tuffo in un lago, magari quello dei nostri sogni.




La paura è anche il terreno fertile dell'ignoranza, della superstizione, della discriminazione, dell'odio e dell'assoluta piattezza. Se l'avere paura potesse essere concentrato, compresso e antropomorfizzato, sarebbe un individuo cieco, in grado di cogliere, con i suoi occhi totalmente neri, soltanto delle ombre; un individuo che ha sviluppato due AK-47 al posto delle braccia, e che va in giro mitragliando a caso qualunque cosa o essere incontri; un individuo che ha il cuore non pulsante e fatto di un materiale calcareo che tende a sgretolarsi.




Ora voglio guardare "Desperate Housewives" e non pensare più a niente. Prendere il cervello e metterlo in stand-by per 45 minuti. Ne ho bisogno. E se si azzardano di nuovo a non fare nemmeno una minima menzione di Katherine & Robin, mi incazzo a bestia.




Buonanotte a tutti voi...






Take my hand, I know we'll make it,


I'll let nothing slow us down,


I know you want to curse


this place, but there's only


one thing that's stopping us now...




Fear fear fear


of a new thing,


Fear fear fear


of the brass ring...




You ain't one for taking chances,


you work and live and breathe that 9 to 5...


Still that's what you call living,


that's surviving to me...




and surviving is living to die in


fear!

giovedì 22 aprile 2010

Straitjacket Feeling

Moving On...






Cerco di arrampicarmi e scalare a fatica, con tutte le mie forze, lo scivoloso monte della rabbia, della razionalità e dell'amor proprio. Voglio riuscire ad arrivare in cima e prendere un lungo respiro a pieni polmoni.




Perché mi odio così tanto da spacciare la resa per orgoglio, salvo poi deliberatamente farmi del male di nascosto, sperando sotto sotto che qualcuno se ne accorga comunque prima o poi.




C'è una cosa che proprio non sopporto, si chiama "ambiguità". E con questo termine non intendo l'ascoltare sia la musica Rock sia la Dance, il vestirsi in modo queer o robe così. Quella si chiama "apertura mentale", ed è ben altra cosa. L'ambiguità è prerogativa di tutte quelle questioni per cui o si è bianchi o si è neri, o è così o è pomì, e le vie di mezzo non possono essere contemplate.


Forse sbaglio io a considerare certe cose come facenti parte del secondo gruppo piuttosto che del primo, però io sento di essere nel giusto. Bisogna essere chiari, se non con le parole quantomeno nei fatti.




Voglio essere positiva. Sono un po' sul filo del rasoio, le forze in magazzino sono molto scarse, ma sono stata molto peggio. Sto testando la mia resistenza. L'estate sta per arrivare ed io voglio non dico abbracciarla, ma quantomeno accennarle un "ciao".


All'orizzonte ci sono tante cose, fosse che almeno mezza si realizza e magari anche nel modo giusto? Voglio crederci.






And when that memory slips away,


there will be a better view from here


and only lonesome you remains


and just the thought of you I fear, it falls away...

sabato 17 aprile 2010

Untitled

Dice






E mi vergogno come un cane, anche se forse non dovrei. In fondo, a volte, riesco ancora a ritrovare l'orgoglio, o forse, più semplicemente, la dignità.




Chissà quali sono i pensieri, come ci si sente. Io non ho mai provato nulla di simile, e forse non lo farò mai. Forse questa cosa l'ho inventata io. Vabbè, allora sarà il mio bambino. Forse l'unico che, nonostante tutto, sì, nonostante tutto, cazzo... voglio avere. È una femmina, vedeste che begli occhioni che ha.




Come faccio a scrivere con questa sorta di dolce tortura auto-inflitta non lo so. Ma ha un non-so-che di suggestivo. Ma non andate troppo in profondità o potrebbe trasformarsi in schizofrenico, ossessivo, autolesionista e forse anche qualcos'altro.




Ieri mi hanno detto tante cose. Ma cosa ti salta in testa? Certe cose sono impensabili! Già, sono impensabili. E allora rilassiamoci. Metto su un remix zarro di Lady GaGa e il mondo all'improvviso diventa rosa e tanto, tanto leggero.




Sì, anche stanotte si è fatta mattina, e sì, anche stanotte avevo detto che sarei andata a dormire più di tre ore fa. E ora eccomi qui a vomitare lo strato superficiale della mia anima. Sì, solo quello. Se mi sporgo per vedere oltre potrei cascare e finire risucchiata in un buco nero di cui non so, e non voglio sapere, le dimensioni.




Ah, l'anima. Che bella parola. Credo di vederla un po' come il punto d'incontro tra cuore e cervello, la loro fusione. Un po' come accade per la Coca-Cola e il rum. Le due cose da sole non sono poi un granché ed hanno un sapore strano e fastidioso, ma se le metti insieme... magia!!! Si crea qualcosa di buono, che vuole farti dimenticare. O ricordare. O entrambe le cose allo stesso tempo. Okay, ho davvero appena paragonato l'anima ad un Cuba Libre??? Forse è segno che devo andare a letto. Sì, è proprio meglio che vada...




Ah, post scriptum... Visto che mi rendo più o meno conto di aver superato persino me stessa quanto a non-sense (apparente!), vi butto giù due curiosità pseudo-utili (leggesi "stronzate") che forse non vi faranno totalmente rimpiangere i 5 minuti appena passati della vostra vita.


Cominciamo:


- Ricky Martin è GAY!!! :O


No, seriamente.


- È stata creata una rivista porno per ciechi. Le figure sono riprodotte in Braille; e questa meraviglia costa la modica cifra di 225 dollari canadesi.


- La Corte Costituzionale ha deciso di posticipare il tutto mollando la patata bollente a qualcun altro, perché è Aprile e tra poco farà caldo e arriveranno i veri problemi importanti (come la prova costume, il tipo di crociera da scegliere e le città che non sono mai state così vuote/calde/inserire-aggettivo-sensazionalistico-a-vostro-piacere), che ci faranno dimenticare questi noiosi pettinamenti di bambole riguardanti i diritti umani, o come li chiamano.


- Nel frattempo, Obama ha detto che, d'ora in poi, negli Stati Uniti, non dovranno più verificarsi scene drammatiche per cui una donna non può nemmeno dire addio alla persona che ama e che è sul punto di morte, solo perché questa persona ha la colpa di essere anch'essa donna. Come dire, paese che vai...


- Se la vostra vita sessuale non è un granché, potreste prendere in considerazione l'idea di comprarvi una Wii. Vi basterà cadere in un modo strano e ledervi un nervo, che la cosa potrebbe portarvi ad una "sindrome da eccitazione sessuale persistente" (leggesi "orgasmi multipli ad ogni minima vibrazione o contatto particolare"). È successo ad una ragazza di 24 anni.


- Ora è la seconda volta nell'arco di poche ore che dalle mie casse, all'improvviso e senza motivo, esce fuori Gerry Scotti che mi parla di luce e gas, con tanto di effetto eco/sdoppiamento. Il tutto seguito da minuti e minuti di rumori inquietanti che assomigliano al picchiettio su un vetro. Come se avessi un omino dentro al PC che vuole uscire. Chissà, forse è Clippy che si è rotto le palle di passare la sua vita a dare consigli idioti a persone idiote che non sanno usare un programma idiota come Word...




Bene, per oggi/ieri/o-quello-che-diamine-è è tutto. Se siete arrivati davvero a leggere fin qui vi regalerò un peluche puccioso. Ora si va a nanna, ché tra meno di 3 ore ci si rialza.




Baciozzi!






Just a second, it's my favorite song they're gonna play,


and I cannot text you with a drink in my hand, eh?


You shoulda made some plans with me, you knew that I was free,


and now you won't stop callin' me - I'm kinda busy!

lunedì 5 aprile 2010

Un altro inizio

Ricominciare...






Ha un sapore strano questo giorno. Quasi ne dimenticavo l'importanza, troppo persa dietro alla parola "Pasqua".


E forse non è cambiato nulla, forse è cambiato troppo. Eppure da allora il mondo non è più lo stesso e il mio cuore è stato in posti che i miei occhi non possono o non riescono a vedere.




Quante parole sono state dette, scritte... quante sono andate perse, dimenticate, ingoiate. E quell'estate mai nata, vissuta nel futuro, come il resto della vita; quelle canzoni troppo belle e spensierate per poter essere ascoltate da me. Quelle strade che forse non esistono e quei racconti che solo nei films troveresti. La nostalgia del mai vissuto e la malinconia di un respiro dissociato, di un battito non percepito.
Quella fusione di realtà e fantasia, presente e futuro, dubbi e certezze. Quella consapevolezza di impotenza, quella sensazione di lucida follia. Quella voglia di scappare via lontano e quei piedi di piombo ancorati all'asfalto. E quelle ore passate e finite chissà dove, lontano da me e da chiunque altro. Quei pensieri insistenti, quelle immagini ingannevoli. Quella leggerezza che non tornerà mai più.
L'alienante trasporto di qualcosa che non c'è. Il mio essere lunatica e il mio vivere al minuto. Quegli attimi di felicità apparente e quel bisogno di evadere, di uscire dal proprio corpo.




Quattro stagioni dopo, le sensazioni sono le stesse. Al mio bagaglio si sono aggiunti una inquantificabile stanchezza, un cassetto pieno di parole dette e non dette (i due tipi accuratamente divisi in due reparti separati che però a volte si mischiano), un filo d'esperienza, qualche bella persona, due libri importanti, una manciata di banconote, un po' di vestiti, una lettera senza possibilità di ritorno e tanti biglietti del treno; il tutto in ordine assolutamente casuale.




E ora la vita mi sta ancora una volta presentando il conto, ed io non sono sicura di quanto, come e cosa pagare. Ma ho il brutto presentimento che, in ogni caso, pagherò. Speriamo almeno che l'investimento ne sia valso la pena. E dopo... dopo si riparte, per l'ennesima volta.




Quando non conosci la tua meta, questa ti appare sempre lontana. Ma quando sei lontano, davvero lontano, ogni passo che farai, qualsiasi sia la sua direzione, sarà sempre verso il tuo obiettivo. E chissà che, avvicinandoti, finalmente non riuscirai a vedere che cos'è...


Intanto, so che devo camminare. Al resto penserò dopo.






Niente mi porterò,


solo vento tra le mani,


più leggera sarò,


sospesa...




Sorriderò prima di andare,


basterà un soffio e sparirò,


forse sarà pericoloso,


forse sarà la libertà...




Solo il cielo avrò sopra di me,


solo il cielo avrò sopra di me...




Ricomincio da qui,


da un'effimera illusione...


Mi risveglio e ci sei,


ancora tu...


qui...