venerdì 9 dicembre 2011

Addio, Blog...


Addio!



È un po' che ne parlo, di chiudere il blog. Quando l'ho inaugurato non ero molto sicura della piattaforma, ma alla fine per diversi fattori scelsi Splinder. Però insomma, possiamo dire con una certa sicurezza che questo blog è un po' "nato male", viste queste premesse... Tra l'altro, voi non lo sapete, ma nei mesi passati mi aveva anche più volte sfiorato l'idea di chiudere questo blog per aprirne un altro. Una cosa più simbolica che altro. Ancora più simbolico il fatto che non sia mai riuscita a farlo... Mai, prima di adesso, che sono obbligata a farlo per cause di forza maggiore, aka dismissione del servizio blog di Splinder a partire dal 31 Gennaio 2012.



Sono un po' di giorni che perdo ore ed ore a cercare di capire come non perdere il mio prezioso diario per sempre, e finalmente credo di essere giunta a qualcosa di simile ad una soluzione.

Purtroppo, è pressocché impossibile migrare da Splinder ad un'altra piattaforma sicura ed affidabile (l'unica, secondo me, Blogger aka BlogSpot), perché il file d'esportazione XML fornito da Splinder è incompatibile con tale piattaforma. In rete si trovano scorciatoie e metodi alternativi che però finiscono solo per farti perdere del gran tempo, venire del gran nervoso ed incasinare il tutto ancora di più.



Durante la mia ricerca disperata d'informazioni utili per salvare il mio blog, ho trovato il post di una ragazza che diceva di essere riuscita ad importare il proprio blog Splinder su piattaforma IoBloggo in pochi minuti e senza problemi. Ha però poi aggiunto di voler tenere quel blog solo come archivio e di volerne aprire un altro altrove.

Ovviamente, mi sono fiondata subito sul sito di IoBloggo, e, dopo averlo utilizzato ai fini dell'importazione del mio blog, ho capito i motivi per cui la ragazza in questione abbia deciso di non continuare la propria attività di blogger sulla medesima piattaforma, ma di recarsi altrove. Diciamo che IoBloggo è fatto bene, è molto personalizzabile, e con l'importazione da Splinder ha fatto magie. Però è anche molto macchinoso, la mappa del sito è gestita male, e, soprattutto, ha un banner pubblicitario piuttosto grande proprio in cima all'homepage del proprio adorato blog. Senza contare che, nonostante i suoi annunci dicano il contrario, diciamo che non è esattamente il prototipo di affidabilità, e quindi domani potrebbe tranquillamente annunciare la chiusura senza troppi complimenti.



Questo per dirvi che anch'io ho deciso di trasferirmi altrove, probabilmente su Blogger, e che il blog importato su IoBloggo sarà da considerarsi il suo "archivio".



Per adesso vi linko l'indirizzo a questo blog su IoBloggo, così potete aggiornare i vostri Preferiti/Segnalibri nel caso voleste conservarlo.



http://ordinescarso.iobloggo.com



Prossimamente, scriverò un altro post nel quale vi fornirò il link al nuovo blog. Inoltre, qualche giorno prima del 31 Gennaio 2012, attiverò il redirect automatico da qui al nuovo blog.



A presto!!!



(P.S.: Se volete commentare, vi invito a farlo qui, finché il blog è attivo. Sarà mia premura importare gli ultimi posts e commenti sull'archivio di IoBloggo prima della chiusura di Splinder.)


venerdì 28 ottobre 2011

Yes, I'm still alive.


Non ho particolare voglia di spremere le meningi per pensare ad un'immagine, ad una canzone, ad un titolo... Ma volevo rispolverare un po' 'sto posto, e quindi eccomi qua.



I visitatori direi che sono al 99% casuali, e forse l'aspetto più interessante di questo blog, oramai, è leggere le parole chiave che portano i più svariati tipi di ignari cibernauti da queste parti.



Ma, come sapete, sono piuttosto affezionata a questo blog. Si è sorbito, insieme, un tempo, ai suoi lettori abituali, gran parte dei problemi, e sembranti tali, che mi affliggono.



Mi sono accorta che le novità non sembrano essere mai abbastanza. Ma meno male che ci sono, sennò a quest'ora chissà dove sarei. Il lavoro non so come procederà, e al momento la situazione è alquanto critica, ma voglio sperare bene, voglio pensare positivo.

Nel frattempo mi sono anche iscritta a scuola guida, alla buon'ora... È un progetto che mi piace e mi stimola. Nonostante qui non si navighi nell'oro, non credo me ne pentirò.



Mi fa un po' sorridere come i più grandi tormentati dall'amore, dai sentimenti e dal mal-di-vivere, trovino opportuno sindacare sulla mia vita. Per scherzo, certo. Ma intanto lo fanno.

Lo so, sono diversa. Il fatto che tormenti più voi di quanto tormenti me, credo la dica lunga. La mia volontà è, udite-udite, mia, ed è a dir poco ridicolo, arrogante e presuntuoso che qualcuno pensi di saperne di più di me al riguardo. Vorrei che, per una volta, dimenticaste quel paio di cifre che è la mia età e, ancora di più, quel paio di cifre che è la vostra età, e provaste semplicemente a capire che ognuno ha esigenze diverse, che il fatto che voi siete nati prima di me non cambierà nemmeno tra millemila anni, ma questo non deve, o non dovrebbe, farvi pensare di essere superiori a me, in nessun modo, nemmeno in amicizia, nemmeno per scherzo, nemmeno per un consiglio.

Vi faccio un esempio molto pratico: volete darmi un consiglio? Ma io lo apprezzo tantissimo. Bene. Provate ad iniziare con un: "secondo me", piuttosto che con un: "sono più grande di te, vedrai che un giorno mi darai ragione". Perché se continuate a fare i maestrini, tra qualche anno nemmeno ci parleremo più. E sì, la sto facendo tragica, ma alla fine non è né più né meno del modo in cui funzionano le cose nella realtà.

Fidatevi - voi di me - che non ho nessunissimo problema, ed anzi, mi piace trarne beneficio, quando riconosco che una persona ha qualcosa da insegnarmi. Ma vi assicuro che voi non siete nella posizione adatta. E vi assicuro ancor di più che questo fattore non dipende dall'età.



Ora mi sono rotta il cazzo di scrivere qui, quindi per ora vi saluto. Come ho detto all'inizio, non mi va di pensare ai vari, bellissimi, fronzoli, quindi per una volta mi concederò il lusso di buttare qualcosa un po' così, nonostante l'umore non sia terribilmente sotto le scarpe.



Alla prossima!


mercoledì 7 settembre 2011

Goodbye, Summer...


Goodbye Summer



È passato qualche tempo dall'ultimo post... Più di un mese. EuroPride, GaGa, Bon Jovi... la mia estate è stata questo. La mia estate è stata anche trovare un lavoretto. Non è per la vita, ma quale lavoro lo è di questi tempi? Sono contenta di lavorare. E non m'importa molto se lo sto facendo ad agosto. Anzi, forse è anche meglio. L'estate ha sempre avuto un sapore un po' insipido per me, per quanto io allo stesso tempo ne ami la spensieratezza, la temperatura e tutto il resto che le si addice. Lavorare in agosto le dà un po' più di senso.

Per il resto, la stessa solita roba. Ogni tanto mi attraversi la mente. Ogni tanto sei un po' più insistente del solito. Ma vado avanti, non mi concedo di fare altrimenti. Ti amo, ti odio, non ne voglio più sapere, vorrei sapere ogni singolo dettaglio.

Poche serate di svago quest'estate, si contano sulle dita di una mano. Il livello alcolico è riuscito comunque a rimanere più che soddisfacente, per quanto mi verrebbe da dire che in realtà it's never enough.

Settembre è già arrivato, ed io letteralmente non me ne sono neanche accorta. È preoccupante. Più che altro è un'ansia, perché io mi trovo al solito bivio/vicolo cieco/boh in cui mi trovo ogni anno in questo periodo da ormai tre anni a questa parte.

Avere un lavoro è un'ottima scusa (valida, for a change) per procrastinare qualsiasi riflessione a riguardo. Un po' perché effettivamente manca il tempo materiale, un po' perché volendo l'obiettivo è già stato raggiunto. Sì, vabbè, lo so, quest'ultima rende molto poco ed, anzi, fa piuttosto ridere. Però effettivamente presa dal verso giusto è una cosa vera. Hai un lavoro, sei più o meno realizzato, di certo non pensi a cosa fare di forse pseudo-utile per un futuro che non si sa bene se e come arriverà. Ti va bene così... no? No, infatti. Ma il punto è che se riuscivo a trovare scusanti/alibi in condizioni di ozio/passività totale, potete capire cosa sia in grado di fare adesso che ho un lavoro, seppur temporaneo.

Un bacio, carezze, abbracci. Il nulla. E non ho capito bene se non ho voluto io o non ha voluto lei. Ma non importa, immagino che ormai sia già acqua passata. E si sa, di questi tempi l'acqua passa veloce, molto veloce.

Se non altro, ora la mia linfa vitale, la musica, sa veramente di buono. Grazie, casse nuove. Vi amo.

 



In bilico

tra tutti i miei vorrei,

non sento più

quell’insensata voglia di equilibrio

che mi lascia qui,

sul filo di un rasoio

a disegnar capriole che a mezz’aria mai farò...



Non senti che

tremo mentre canto?

Nascondo questa stupida allegria

quando mi guardi...



Non senti che

tremo mentre canto?

È il segno di un’estate che

vorrei potesse non finire mai...


lunedì 25 luglio 2011

Take me back to Udàin Road...!









Tornare a scrivere qui sul blog è davvero una fatica, adesso. Ci ho provato persino ieri, ed ho chiuso tutto senza concludere niente. Ora ci riprovo. È difficile perché i due eventi che sapevo avrebbero caratterizzato la mia estate sono ormai passati. E la mia estate non l'hanno solo caratterizzata: l'hanno segnata, l'hanno dipinta di magia, l'hanno stravolta. Ma che "estate"?!? La mia VITA!



È come se la mia intera vita (a partire dall'adolescenza fino ad adesso) fosse stata sottoposta ad un processo di sintesi e racchiusa in una bottiglia della capacità di un mese e poco più.

La prova vivente, palpabile, urlante che può esistere e c'è una linea di continuità in tutto questo. Io sono ciò che ero ed ero ciò che sono: un essere in continuo divenire, che non dimentica, ma impara, non butta via, ma digerisce ed assimila, non abbandona, ma si arricchisce.



Andare ad un concerto, specialmente se non è un semplice concerto ma una vera e propria esperienza, specialmente se non è "un" concerto ma IL concerto, specialmente se è dei Bon Jovi, specialmente se contempla anche un camping out e dei tuoi cari amici, è qualcosa di strano. Qualcosa di buggoso (difettoso, se vi piace di più) per definizione. È come la nottata d'amore passionale una volta all'anno tra due amanti costretti a vivere distanti. Perché vivere distanti significa vivere d'istanti. Istanti che vanno via rapidi, rumorosi e silenziosi allo stesso tempo, fugaci. L'amore della tua vita, coloro che hanno dato un senso a quella tua vita, sono lì, davanti a te, per te, con te... per poche ore... e poi via, vieni risbattuto violentemente nella tua realtà, quella realtà in cui loro sono solo un'idea, una fantastica, bellissima, impalpabile idea. Eppure io li ho visti, con i miei occhi. Li ho sentiti, con le mie orecchie. Li ho percepiti, col mio cuore. Erano lì, cazzo.

E ora l'assordante silenzio della loro mancanza. L'accecante vuoto di memorie fotografiche ed emotive che fanno fatica ad arrivare o a sopravvivere. Il caos.



Non voglio nemmeno provare ad elaborare un pensiero che descriva le emozioni e le sensazioni provate prima, dopo e durante il concerto. Sarebbe assolutamente inutile. Non vuole essere superbia la mia quando dico che non capireste, non potreste capire. E questo al di là del fatto che io sicuramente non saprei spiegare, non saprei articolare con le parole giuste. O forse il punto è proprio che le parole giuste non esistono. Certe cose non si possono spiegare. Le parole a volte sono una gabbia; l'avevo scritto mesi fa, sentimenti fa. Lo riscrivo adesso, perché non c'è nulla di più vero. L'importante è capire quando questo è il caso, ed evitare quindi di infilarcisi in quella gabbia, lasciare spazio al silenzio ed ovviare in altro modo, quando possibile. Su queste fredde pagine virtuali, ciò non è possibile. E quindi vi lascio al prezioso, malinconico silenzio, che poi è, in fondo, anche ciò a cui sono stata lasciata io.






These days the stars seem out of reach,

these days there ain't a ladder on the streets,

these days are fast,

nothing lasts in this graceless age...

Even innocence has caught the midnight train

and there ain't nobody left but us these days!


mercoledì 8 giugno 2011

In GaGa We Trust

GaGa EuroPride



Wow, non si può certo dire che di cose non ne siano successe e, soprattutto, non ne stiano succedendo in questo periodo. Vi starete sicuramente chiedendo se la parentesi carefree si sia già chiusa. Bè, la verità è che non lo so nemmeno io. Mi sento molto in bilico. Sospesa sulla onnipresente fune invisibile sul vuoto della vita. Punti minuscoli di bene e di male mischiati tra loro mi attendono a migliaia di chilometri da qui, sotto di me.

Le prospettive sono più o meno le stesse di qualche settimana fa, con diverse aggiunte molto importanti e molto belle, ed anche altre meno belle.



Come non menzionare, ad esempio, l'imminente EuroPride a Roma. Non che sia una novità, sono mesi che ho in progetto di andarci. La novità sta nel fatto che ieri (ormai l'altro ieri, vista l'ora), così, dal nulla, hanno annunciato ufficialmente la presenza all'evento di LADY GAGA (!!!). Ora, non so se l'abbia mai sottolineato più di tanto qui sul blog, ma per chi non mi conoscesse bene (e allora mi chiedo perché stia leggendo queste righe), devo dirvi che io AMO Lady GaGa alla follia. Come musica, come persona, come donna, come voce, come aspetto, come tutto. Potete immaginare dove stia io adesso con la testa...



Credo proprio che sarà un'esperienza senza precedenti e, data la presenza di Lady GaGa e la situazione attuale dell'Italia e della comunità LGBT, anche senza "successivi" (se non esiste una parola adeguata non è colpa mia).

Sì, certo, non si tratta di un GaGa Pride, si tratta di un EuroPride. Ma sarebbe ipocrita non sostenere che, senza la partecipazione di Lady GaGa, l'intero evento sarebbe tranquillamente passato in sordina, così come infatti è stato in questa prima settimana di Pride pre-marcia, prima dell'annuncio su GaGa, e mi riferisco ovviamente in modo particolare ai media italiani, ma non solo.

Si dice sia stata infatti proprio la situazione critica della comunità LGBT italiana a richiamare l'attenzione di Lady GaGa. Gli organizzatori (italiani) dell'EuroPride avrebbero infatti puntato da diversi mesi a Lady GaGa, ma decisivo per la conclusione delle trattative è stato l'intervento delle istituzioni statunitensi, primo fra tutti l'ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, David Thorne (sempre sia lodato!).

Insomma, ci troviamo davanti non solo ad un tributo, un omaggio ed una valorizzazione di un evento importante e necessario come il Pride, l'EuroPride precisamente, ma anche ad un vero e proprio atto di beneficenza, di sostegno concreto. Ancora una volta, Lady GaGa ha dato voce a chi voce non ne ha. In questo caso, direi anzi che ha dato un mega-amplificatore ed un microfono a chi non riusciva ad avere neanche un megafono e, per giunta, aveva invece un bel mal di gola.



E poi, e poi c'è anche il concerto dei Bon Jovi; anche lui si fa sempre più vicino. I Bon Jovi in Italia dopo 8 fottuti anni di assenza, 11 se consideriamo solo i tour ufficiali. Anche questa si prospetta un'esperienza da brivido, anche questa sembra proprio essere one-of-a-kind, qualcosa di unico. Richie è uscito dalla rehab giusto in tempo per l'inizio del tour europeo, e quindi sarà presente ad Udine; la paura di vedere i Bon Jovi in Italia senza Richie finalmente sventata!



Ci sono stati anche piccoli movimenti dal punto di vista lavorativo, ma nulla di entusiasmante e, soprattutto, nulla che portasse ad una effettiva conclusione, figuriamoci ad un cambiamento di rotta...

E nel retro della mia testa, si dimena costante la vocina che dice che dovrei studiare. Poi c'è anche quella che dice che dovrei partire. Per non parlare di quella che dice che dovrei fare qualsiasi cosa tranne non fare nulla, come sto invece sostanzialmente facendo adesso. Ce ne sono un po' in realtà, di vocine. Una ogni tanto chiama un nome, sempre il solito nome. Non so con chi ce l'abbia.






Don't hide yourself in regret, just love yourself and you're set!


martedì 17 maggio 2011

Carefree

Rainbow Lights

Sono giornate strane queste... Strane nel senso che sono più spensierate del solito, e per me non è cosa comune. Saranno gli amici, sarà la musica, sarà l'estate alle porte, chissà...

Sì, ho bisogno di soldi, sì, devo trovare un'occupazione e sì, una ragazza NELLA mia vita non farebbe male. Però tutto sommato, "I'm dealing". Per quel che vale, ovviamente, vista la mia tendenza alla lunaticità...



Ci sono momenti in cui le cose sembrano pesare di più e altri in cui sembrano pesare meno. Mi trovo spesso a chiedermi quale sia il momento in cui sono dotata di una visione più lucida e oggettiva. La risposta non ce l'ho, ma evidentemente la speranza è che il peso gravoso che hanno certe cose sia solo un'illusione, che in realtà nulla sia insuperabile.



In questo periodo ho solo voglia di cantare, ballare, fare casino!!! La musica in questo periodo è fantastica... Si prospetta un'estate scintillante... e non ci avevo mai pensato prima d'ora...!



Ora è meglio che vada a nanna, sono le 4.19 e domani sono occupata buona parte della giornata... Adios!






Dance the night away, 

live your life and stay young on the floor...

Dance the night away, 

grab somebody, drink a little more... 

Lalalalalalalalalalalalalala, 

tonight we gon' be it on the floor! 

Lalalalalalalalalalalalalala,

tonight we gon' be it on the floor!


mercoledì 4 maggio 2011

Vuoto

La verità è che grazie a te, mediante te, IN te, io ho visto l'infinito. L'infinito, capisci? In un mondo dove faccio fatica a vedere da qui a lì, in cui nulla sembra avere un senso, dove avere una sola ragione per aprire gli occhi al mattino sarebbe già un lusso... tu mi hai fatto vedere l'infinito. Quella cosa così grande che, al di fuori di te, non sono mai riuscita nemmeno a concepire.




Poi, d'un tratto, il buio. Scaraventata via. E quando a volte capita di rientrare, per caso, per sbaglio, un po' per necessità, in quella bellissima visione, reale o immaginaria che sia, non posso fare a meno di provare un immenso senso di vuoto. Il vuoto è la cosa peggiore di tutte. Peggiore della rabbia, peggiore della tristezza, peggiore di tutto. E lo è perché è l'unica altra cosa infinita che io conosca. Il vuoto non ha profondità, non ha colore, non ha dimensione. Il suo peso non ha limiti.




Mi hai abbandonata col tuo esatto contrario. Un vuoto che non sono sicura riuscirò mai a colmare.






You're still running through my veins and I can't get enough, but I'm dealing...

giovedì 28 aprile 2011

Getting up that Great Big Hill of Hope

Spesso mi chiedo cosa sto cercando, e se quello che sto cercando esiste davvero o se la sua esistenza inizia e si conclude con il mero scopo di essere cercato da me all'infinito.



Provo una paura talmente enorme che l'unico motivo per cui non la definirei "terrore" è l'aura di assoluta passività che sembra avvolgerla.



Il tempo, o meglio, tutto ciò che esso si sta a fatica trascinando dietro, mi ha resa impermeabile all'affetto e, contemporaneamente, dipendente da esso.



Ammetto che mi risulta molto difficile, se non impossibile, riuscire anche solo a concepire l'idea di poter essere, per qualcuno, più di una semplice creatura strana e intrinsecamente carina, degna di studi particolari dettati più dalla curiosità che da qualsivoglia altro stimolo.



Mi dà fastidio che la gente apprezzi, ammiri, talvolta persino ami (benché quella parola stia bene attenta a non avvicinarsi a me e a starmi alla larga) proprio ciò che io, di me, spesso non riesco a sopportare.

Mi sento un po' come una sorta di strano esemplare di una peculiare specie in via d'estinzione, esposto imbalsamato nella vetrinetta di un museo di storia fantascientifico-futurista, con tutto il mondo che passa e guarda, anzi, fissa. La maggior parte si rincammina indifferente dopo qualche istante, alcuni ridono incuriositi, altri si girano e fanno mezze smorfie schifati, e poi ci sono quelli che pure si mettono a parlarmi, ben coscienti del fatto che io non posso ascoltarli, e quindi quasi inteneriti dalla situazione paradossale.



Penso anche che il colpo che ho preso sia stato molto più forte di quello che voglio farmi e farvi credere.



Mi sento un granello di sabbia nell'infinito vuoto cosmico.

sabato 9 aprile 2011

Life is a bitch

Amate, di me, quella stessa ingenuità che vi spinge ad allontanarvi, da me...




Se solo poteste capire che ingenuità non è, bensì disarmante, spietata, irrisolvibile consapevolezza...




Chissà come sarebbero le cose allora... Continuereste ad espirare aria nella bocca del mio corpo inerme? O forse alzereste le vostra ginocchia da terra e camminereste via, lasciandomi lì, imprigionata in quella gabbia di cui nessuno sembra avere la chiave?




Si dice che il miglior modo per dimostrare a noi stessi che siamo vivi sia ferire il proprio corpo... Il bruciore del dolore e la vista del sangue in movimento segnali inequivocabili della propria esistenza. Il problema è che io nutro un po' di dubbi sull'effettiva esistenza della mia anima, più che del mio corpo.
Traslando lo stesso principio, si direbbe che qualcosa non torna, perché io di ferite all'anima ne ho parecchie...




Spesso ho come la sensazione di essere incompatibile con questo mondo... Però di alternative, finora, non me ne sono state offerte.




Vorrei chiedere scusa a tutti coloro a cui voglio bene, e anche e soprattutto a me stessa... Ma se io sono la prima a non farmene niente delle mie stesse scuse, figuriamoci gli altri...




Spero solo che un giorno smetterò di avere paura, e che quel giorno non sia troppo tardi...

mercoledì 16 marzo 2011

Flusso di Coscienza

Questo è uno di quei momenti come non me ne venivano da un po'. Uno di quei momenti in cui mi viene la scimmia da blog, e allora eccomi qua, senza un motivo o ispirazione ben precisi.



Poche settimane fa ho compiuto 23 anni. Ultimamente mi sto trovando spesso a fare un riepilogo e a tirare le somme della mia vita, cercare di capirci qualcosa, cercare di trovarci un filo logico. Forse, osservando da dove si è partiti e da dove si è passati si può capire anche dove ci si sta dirigendo. Finora non ho avuto molti riscontri, ma chissà.



Gli ultimi mesi sono stati in qualche modo intensi. Non saprei bene dire di cosa, ma non credo che si tratti di particolari avvenimenti. A volte ci si sente pieni di qualcosa a cui non si riesce a dare un nome. Mi sono trovata a consumare molte meno parole del solito, ho preferito tenerle dentro. Forse sono loro quel qualcosa a cui non so dare un nome, chissà. So solo che mi sono resa conto, col senno di poi, che io nelle mie parole ci affogavo, letteralmente. Le parole, poi, sono molto pericolose, perché creano. Nel momento stesso in cui vengono pensate, creano. E non si sa mai cosa creino. Creano realtà, creano illusione, creano di tutto e di più. Ma una volta che questo qualcosa è stato creato, non si può cancellare, non del tutto. È per questo che molte le sto tenendo dentro. Ma sono embrioni, sono parole che non devono per nessuna ragione nascere. Non le devo nemmeno immaginare. E guardate che non è facile, proprio per un cazzo.



Le parole sono armi. Lo sono state le mie, e ancora di più quelle degli altri. Pare però che in giro le munizioni siano piuttosto economiche, mentre per me sono sempre costate un occhio della testa. Ad ogni modo, sarebbe bene che il mondo sapesse che io faccio collezione di tutti i proiettili che mi hanno colpita. Non li butto via, no, nemmeno uno. Li conservo tutti. Tutto sommato sono pure carini messi lì, tutti in fila. Fanno la loro porca figura, non c'è che dire. Ci sono quelli tutti colorati e scintillosi, quelli grigiastri e arrugginiti, quelli neri come la pece, quelli bianchi neve fuori e completamente marci e putridi dentro. Ce n'è per tutti i gusti. Io per poter usare questi stessi tipi di parole sarei costretta sicuramente a sborsare cifre da capogiro.



Forse è per questo che io non le ho mai sparate a cazzo, senza cognizione di causa, senza intenzione, ma sempre e solo per assoluta, pura, sincera convinzione. Non pensavo che "mi prendi troppo sul serio" volesse dire questo. Eppure avrei dovuto capirlo. Eppure forse un po' me lo sentivo anche.



Ci sono tante canzoni che faccio fatica ad ascoltare in questo periodo. Troppe, per i miei gusti. Ora che ci penso, facevo fatica ad ascoltarle anche prima. Ma è una fatica diversa. È un dolore diverso. Persino le stesse canzoni sembrano essere diverse.



La pioggia fuori dalla finestra batte forte su teli di plastica. Il suo suono ricorda quello di una mitragliatrice. Chissà se questa pioggia particolare brucia come bruciano le lacrime sul viso.

Ma non ora. Altri tempi, altre vite. A volte anche questa. Ho spiato sublime dal mio quadrato sul mondo questa stessa pioggia tante, infinite volte. Stanotte la voglio ignorare. La ignorerò fino a domani, quando, ingenua come una bambina, penserò che un ombrello sarà abbastanza per ripararmi da lei, e mi ci butterò dentro, senza paura. E, forse, avrò anche ragione.



Ché alla fine è proprio la paura a fare la differenza. Ricordo di aver pubblicato un mio pensiero sulla paura su questo blog, qualche tempo fa. Mi ha sempre tormentato la paura. Ci convivo da un tempo non ben definito, un tempo che non riesco bene ad inquadrare e che, forse, equivale a sempre. Devo dire che è diventato un coinquilino alquanto fastidioso, e spero di potermi affittare presto ad uno nuovo.



Nel frattempo, vi lascio, ché qui è molto tardi, tanto per cambiare. A volte ho come l'impressione che nel mio mondo siano sempre e solo le 5 del mattino. Il domani si fonde all'oggi che si fonde allo ieri. Hmmm, tutto ciò mi è famigliare.



Buone ore, gente.



venerdì 4 marzo 2011

Epistolarmente...

Non credere che sia facile, perché non lo è, non lo è stato mai. Almeno per me. Pensavo di poter dire la stessa cosa di te, e invece ho ricevuto ciò che più temevo: l'indifferenza.

E ti ringrazio per questo, perché ciò che non interessa a te non interessa manco a me. Non più. Non così tanto. Non... Mi sono trovata ad apprezzare molto gli anestetici ultimamente. Se potessi parlarti, ti direi che forse un giorno ci rincontreremo. Ti direi che spero che prima di quel giorno avrai capito. Ti direi che mi dispiace per tutto questo. Ti direi che ciò che arde si consuma, fino a diventare cenere, fino a scomparire. Ti direi che avevi ragione: un giorno, mi avresti deluso. Ti direi che, nonostante quel giorno, ancora ti penso e ancora so, dentro di me, di volerti bene. Ti direi che gli opposti si attraggono, e ti direi che gli eguali si respingono. Ti direi che le tue confidenze non sono andate perse, e che continuerò a custodirle, perché sono preziose, anche se ora non lo ricordi, o non lo vuoi ricordare. Ti direi che ora mi voglio un po' più bene, e ti direi che spero abbia imparato a farlo un po' anche tu. Ti direi: "ciao"...

venerdì 7 gennaio 2011

Random

Confusion



Amore, odio, attrazione, parole, silenzi, sensazioni... boh? Tanto alla fine è tutto uguale. Tanto alla fine, pensandoci meglio... è il sorriso che mi fotte. O forse è anche altro. O forse chissenefrega, tanto questo è un gioco in cui il risultato non cambia variando i fattori, ma cambia variando l'ordine degli stessi. Sì, proprio così, a scuola ti dicono solo delle grandissime stronzate sulla matematica. O forse la grandissima stronzata è provare ad infilare la vita in un'equazione.

Però, dai, non è possibile... Se guardi la vita attraverso la lente delle emozioni sei un ingenuo illuso buono a un cazzo, se lo fai attraverso la lente del raziocinio sei un cinico frustrato di merda... E vaffanculo, cazzo! Una via di mezzo? Può darsi. Solo che io comincio seriamente a non capirci più un cazzo. E scusate tutti questi "cazzi" che girano per il post, ma oggi è così. No, perché, seriamente... Da una parte ti dicono che sei speciale, unica, come-te-non-ce-ne-sono, dall'altra ti dicono che devi cambiare, perché così non va, così non vai da nessuna parte, così ti bruci. E io lo so, lo so che hanno ragione, lo so che lo dicono perché mi vogliono bene. E meno male che c'è qualcuno che mi vuole bene a 'sto mondo, perché io spesso credo di non volermene abbastanza, o forse proprio per niente. Ma il punto è: COME. Come posso cambiare e restare me stessa? Come posso amare ma con riserva? Come posso diventare adulta e rimanere bambina?

Lo dico per l'ennesima volta: cazzo. Io - non - ci - capisco - un - cazzo. Volevo metterci un "più" in quella frase, ma non avrebbe avuto senso, perché io non ci ho MAI capito un cazzo.

E con questo chiudo, ché anche stanotte ho fatto mattina e mi girano le palle.




I'm standing on a bridge,

I'm waiting in the dark,

I thought that you'd be here by now...

There's nothing but the rain,

no footsteps on the ground,

I'm listening but there's no sound...



Oh, why is everything so confusing?

Maybe I'm just out of my mind...

Yeah yeah yeah...



Isn't anyone tryin' to find me?

Won't somebody come take me home?

It's a damn cold night,

Trying to figure out this life,

won't you take me by the hand,

take me somewhere new,

I don't know who you are,

but I... I'm with you...

I'm with you...