venerdì 24 dicembre 2010

Guardo il cielo e...

Luna Coperta Da Un Lenzuolo Di Nuvole


Non ti sai nascondere davvero...


domenica 12 dicembre 2010

The Unbearable Emptiness Of Being

Emptiness & Roots



È un po' che non passavo di qui. Oh cacchio, ora che ci guardo è passato esattamente un mese. E anche la penultima volta era passato esattamente un mese... I casi della vita.



Anyway, qui tutto tace. Io sono sempre avvolta nel vortice dei miei tormenti, e non riesco a trovar pace, se non qualche breve momento di illusoria serenità.

Ogni attimo è una messa in discussione di quello prima, ogni secondo è la paura che quell'equilibrio sospeso su un sottilissimo filo invisibile cada e si sfracelli al suolo per l'ennesima volta. Un equilibrio che rischia ogni momento di perdere l'equilibrio. Cosa c'è di certo in tutto questo?



Io non ho una storia difficile da raccontarvi. Eppure è una storia che pesa, è un vuoto che pesa. Ogni persona che conosco ha il suo piccolo o grande dramma personale, quasi sempre anche più di uno. Ognuna di loro ha trovato il suo modo di reagire, di vivere la sua vita affrontandola, accarezzandola, amandola, odiandola. Ma io no. Io ho tutto ciò che una persona può desiderare, e non ho nulla. Sono la persona più libera del mondo, e sono legata. Mi vengono riconosciute grandi qualità, una spiccata intelligenza, una profondità fuori dal comune, eppure io mi sento vuota, stupida e superficiale.



Ho creduto nel sapere, ma poi mi è sembrato inutile. Ho creduto nei sogni, ma poi li ho messi nel cassetto. Ho creduto nell'amore, e lui mi ha preso a schiaffi, calci, pugni, bastonate. Ho creduto in poche cose, ma ci ho creduto tanto, forse troppo. Forse talmente tanto da non essere abbastanza, da far sì che quel credo arrivasse al punto di annullarsi, bruciarsi, diventare etereo, invisibile, impalpabile... Insomma, un tormento eterno ed inafferrabile sotto tutti i punti di vista.



Non ho mai creduto nelle cose materiali. Forse perché non ho mai creduto fossero davvero alla mia portata. Gli ideali sono di tutti, o meglio, potrebbero. Sappiamo bene che non è così. Ma il condizionale basta. Le cose materiali, il lavoro, la casa, persino i compagni di vita, sono tutte cose che vanno conquistate. Sono tutte cose che non sono tue e basta, ma richiedono altro, richiedono un'interazione con altre cose o persone, richiedono una fiducia in primis in sé stessi e in secondis negli altri, richiedono forza di volontà, determinazione, sforzi, delusioni, soddisfazioni, cadute, rialzate, errori e cose da imparare.



Per qualche ragione, molto tempo fa, mi sono convinta che tutto questo non mi potesse mai appartenere e che il mio unico destino, se fossi stata fortunata, sarebbe stato quello di vivere nell'ombra senza che nessuno mi vedesse e, quindi, potessi essere lasciata in pace.

Ora so che non è così, ma è come se ormai fosse troppo tardi. Si dice che una falsità, se viene ripetuta abbastanza volte, diventi verità alle orecchie di chi, volente o nolente, si ritrova ad ascoltare o a sentire.



Mi chiedo cosa sarà di me, quanti rimpianti avrò e, soprattutto, perché...









Come on, hold my hand,


I wanna contact the living...


Not sure I understand


this role I’ve been given...


 


I just wanna feel real love,


feel the home that I live in...


’Cause I got too much life


running through my veins, going to waste...


 


I scare myself to death,


that’s why I keep on running...


Before I’ve arrived, I can see myself coming...


 


I just wanna feel real love,


feel the home that I live in...


I got too much love


running through my veins, going to waste...


 


I just wanna feel real love


in a life ever after...


There’s a hole in my soul,


you can see it in my face, it’s a real big place...