giovedì 11 febbraio 2010

Paranormal Passivity

L'Urlo






Faccio l'amore con sogni dall'aria confusa e annebbiata, la realtà mi schiaffeggia, e non capisco se sia cattiveria gratuita o benevolenza, voglia di svegliarmi.




A volte mi chiedo quando tutto sia iniziato... non riesco davvero a trovare risposta. È come un gomitolo di fil di ferro, così sottile da essere tagliente se si prova anche solo a guardarlo troppo a lungo. Eppure ero io. Dovrei ricordarlo bene.


Non posso neanche guardare avanti. Non riesco più ad immaginare, non ce la faccio.


Il presente mi scivola addosso come un fiume sulla roccia, che lentamente logora, senza farsi notare.




Mi sono costruita tante gabbie, una dentro l'altra. Come in un frammento di vita eterna ma mai iniziata, perennemente fermo, dove tutto è immobile e i suoni non esistono, non posso permettermi neanche di urlare.




Una faccia che non ha mai voluto indossare maschere; tempo e intemperie si sono scagliati su di lei sradicandone via tutti i connotati, le espressioni, le emozioni. Rimane solo un teschio, senza volto, senza identità. Vuoti i suoi occhi, morta la sua pelle. Grigna sempre; a volte sembra una risata, altre una smorfia di rabbia. Ma non è più in grado di piangere.






Antefatto:


Alla finestra, il cemento si erge pieno di grigio orgoglio, e un cielo blu notte mi osserva timido, nascosto dietro di lui. Le parole e la musica riecheggiano forti nell'aria del mio piccolo frammento, e la sigaretta si consuma piano. Passano i minuti, butto la sigaretta ormai finita. Rimango ancora un po' alla finestra. Dal mio palazzo vedo spuntare fuori due ragazze, si tengono per mano. Penso che vorrei che si baciassero, ma che non lo faranno mai. Si avvicinano. Con le mani giocano una con le labbra dell'altra. Forse stanno parlando di trucco. E poi arriva. Timido, fugace, quasi impercettibile. Me lo starò immaginando. E poi ancora. E ancora, e ancora. Ogni volta più passionale. Braccio intorno al collo come a rivendicare qualcosa che vuole sia soltanto suo. Mi nascondo, non voglio mi vedano mentre le osservo. Riprendono a camminare; la mora quasi saltella, sembra non riuscire a contenere la sua spensieratezza. La bionda le salta quasi in braccio, avvinghiandosi a lei con le gambe intorno alla sua vita.
Girano in tondo, ridono, si dicono anche qualcosa, ma non riesco a sentirle; la musica cerca ancora di coprire il silenzio assordante. E poi spariscono, ancora avvinghiate, dietro al cemento. Forse, non lo volevo veramente. Chiudo la finestra. Chissà se le rivedrò ancora, chissà se stanno insieme... Chissà...

4 commenti:

  1. La tua vita, il tuo momento....

    l'OGGI per te non ovrebbe essere cioè che dici.



    Dovrebbe essere questo





    ella gente speravo i ricordi di te ..... e mi facevo cullare... immobile

    Lasciami sognare . Lasciami dimenticare .. lasciami... ricominciare a camminare a passi... più decisi!

    E fammi immaginare, quanto ancora c'ho da fare .... forse crescere e invecchiare.

    Quanto ancora ho d'amare .... quanto ancora ho d'amare!!

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  2.  «Mi sono costruita tante gabbie, una dentro l'altra.»





    Come ti capisco.....

    un saluto, era da tanto che non passavo!

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  3.  È bello rivederti da queste parti, Glò!!! :)



    Un giorno di questi ci dobbiamo fare una bella chattata, è un po' che non ci si sente!



    Un bacione! ^^

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  4. eh si!

    sempre pronta! ^_^

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